È abbastanza difficile per chiunque passi per Sagrado non notare la Rosta sul fiume Isonzo. Che si arrivi in paese dalla strada che costeggia il monte San Michele, attraversando il ponte o anche dal lato opposto del paese la rosta è una costruzione che si troverà in ogni caso a vista, qualunque sia il proprio tragitto. Se questo è vero, è d’altronde anche vero che, probabilmente, pochi di coloro che hanno posato il proprio sguardo sulla rosta ne conoscono l’i mportanza. La rosta infatti non serve unicamente il paese, ma tramite il canale “Dottori” fornisce acqua a tutto il territorio del monfalconese.
La costruzione è ancorata alla sponda sinistra del fiume e si compone principalmente di una presa d’acqua, lo sghiaiatore, che dà sull’alveo del fiume, e la traversa di sbarramento, che si estende per tutta la larghezza dell’alveo. Quest’ultimo elemento forza l’acqua a rallentare, rendendone il livello abbastanza costante ed indipendente dalle variazioni di portata dell’Isonzo. In questa maniera il regolatore di flusso può assicurare al canale Dottori un flusso costante d’acqua per un volume complessivo di 21,5 metri cubi al secondo.
Come ci si può ben rendere conto, la rosta è una costruzione piuttosto importante per la campagna monfalconese. Già nel XVI secolo era presente una costruzione simile a quella odierna, realizzata però con diversi materiali. In quel tempo, oltre che all’irrigazione, l’acqua “rubata” all’Isonzo, serviva a fornire energia all’attività molitoria di Sagrado. Non va inoltre dimenticato che la complessa rete di canali irrigui, alimentati grazie alla rosta, oltre a essere estremamente utile tutt’oggi, è allo stesso tempo ciò che ha agevolato e completato l’opera di bonifica dell’intera bassa isontina. Nasceva nel 1873 il Consorzio delle Acque del Monfalconese, e fu proprio per volere di questo, e su concessione dell’ispettore distrettuale Eduard Markus, che nel 1894 si iniziarono i lavori sulla presa d’acqua. L’opera veniva terminata ed inaugurata nel 1905. La prima guerra mondiale aveva danneggiato la rosta, la cui struttura è però rimasta intatta e dopo alcuni interventi di restauro è tornata efficiente come in precedenza. Operazioni più lunghe e complesse sono state richieste per riqualificare la rete di canali e le strutture del consorzio dopo la guerra, ma fu un investimento di cui il territorio continua a beneficiare tutt’oggi.