Costruito intorno alla metà del XIX secolo nello stesso luogo di un precedente manufatto, il “nuovo” ponte di legno fu una costruzione di vitale importanza per Sagrado. Insieme alla stazione ferroviaria ed al castello Alimonda favoriva un costante flusso commerciale e turistico all’interno del paese, che senza un ponte sull’Isonzo avrebbe certamente sofferto le conseguenze dell’isolamento dalla riva destra del fiume. Era questo un ponte prevalentemente in legno, costituito da 33 campate. Il livello di calpestio, rialzato rispetto al precedente, era stato adeguato al livello massimo raggiunto dall’acqua dell’Isonzo durante la piena dell’ottobre 1819. Questo rese possibile il transito anche durante gli innalzamenti del livello dell’acqua e ridusse l’impatto della corrente sulla struttura che si rivelò così alquanto duratura.
Sebbene questo ponte fosse funzionale e robusto, all’inizio del ‘900, già si sentiva il bisogno di sostituirlo con una struttura più moderna. Dopo anni di discussioni sul tema, il crollo del ponte all’inizio del 1910 impose di trovare al più presto una soluzione. Da questo momento però ci volle più di un anno prima che i ministeri austriaci dell’interno e delle finanze si decidessero per un progetto che avesse tutti i requisiti necessari, e dunque nel frattempo il vecchio ponte dovette essere momentaneamente restaurato. Nell’ottobre del 1911 un bollettino ufficiale della dieta provinciale stabiliva finalmente il progetto prescelto e l’inizio dei lavori. Il nuovo ponte veniva costruito qualche metro a monte del precedente ponte in legno e per questo motivo vennero abbattuti alcuni edifici che avrebbero ostacolato l’accesso al ponte sulla sponda di Sagrado. Dopo tre anni di lavori a cui parteciparono diverse ditte, il nuovo ponte venne inaugurato il primo Dicembre del 1914. La nuova struttura era costituita da tre grandi arcate in ferro e da piloni in cemento armato e pietra; Una costruzione pensata per durare nel tempo. Sfortunatamente però, gli eventi della Prima Guerra Mondiale portarono alla distruzione del ponte dopo nemmeno sei mesi dalla sua inaugurazione. In seguito alla dichiarazione di guerra dell’Italia, l’esercito austriaco decise di far saltare il ponte sull’Isonzo di modo da ostacolare il transito alle truppe italiane.
La guerra cominciò e con essa il tentativo di rimettere in comunicazione le due rive dell’Isonzo. Dopo una lunga battaglia, la prima di dodici di cui l’Isonzo ha dovuto rendersi testimone, le truppe italiane riuscivano a passare il fiume il 24 giugno 1915 per poi appostarsi sul carso dove daranno destinati a rimanere a lungo. Nel frattempo il comando italiano decise che per approvvigionare le truppe al fronte sarebbe stato necessario ripristinare il vecchio ponte di legno, solo in parte danneggiato dall’esplosione che aveva distrutto il ponte nuovo. Successivamente si rese necessario riutilizzare anche quello che rimaneva del ponte di ferro per far passare i mezzi più pesanti.
La soluzione temporanea durò fino al termine del conflitto, quando fu finalmente possibile cominciare i lavori sul ponte. Delle tre campate in ferro ne venne eliminata una e fu aggiunto qualche pilone per rendere stabile il tratto che ora avrebbe mancato di un sostegno. I lavori si svolsero molto velocemente tant’è che appena dopo un mese dal loro inizio, in data 20 Aprile 1919, il ponte di Sagrado veniva rimesso in funzione. Bisogna sottolineare anche il fatto che il risultato fu più che soddisfacente. Da quella volta infatti il ponte non ha avuto nessuna sorta di cedimento e la manutenzione si è resa necessaria solo molto raramente. Più ancora che una ottima opera architettonica, in virtù della storia passata e di come sia ‘resuscitato’ dopo la guerra, il ponte di Sagrado costituisce ad oggi un simbolo di pace di comunicazione tra popolazioni.